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Due sorprese della XXII biennale dell'antiquariato di Firenze
di Novella Barbolani

E' un rettangolo di pochi centimetri quadrati il foglio che racchiude l'«Addolorata» di Michelangelo, avviluppata nelle pieghe di un pesante mantello e dal volto quasi completamente occultato. Del disegno (26 x 16,4 cm), eseguito a penna con inchiostrature marroni, si era già  parlato nel luglio scorso quando Jean-Luc Baroni per conto di Colnaghi riuscì ad aggiudicarsi il foglio all'asta londinese di Sotheby's per 19 miliardi di lire.
Il foglio è stato da poco esposto da Colnaghi alla XXII Biennale dell'antiquariato che ha appena chiuso i battenti. Reperito fortunosamente dall'esperto di Sotheby's, Julien Stock, nella biblioteca di Howard Castle, splendida dimora dello Yorkshire proprietà  dei conti di Carlisle, il foglio è stato a Firenze in temporanea importazione ed era naturalmente in vendita. Difficile per le istituzioni italiane farsi avanti, vista l'entità  dell'esborso che dovrebbe raggiungere i venticinque miliardi mentre è probabile che l'opera resti in Gran Bretagna come lasciano pensare le trattative, precedenti all'asta, con la National Gallery of Scotland, interessatissima all'acquisizione dell'opera.
Tra i pochissimi disegni di Michelangelo ancora in mano privata, il piccolo capolavoro grafico potrebbe essere riconducibile a un nucleo di bozzetti per figure di grandi dimensioni realizzate dall'artista tra il 1495 e il 1505 e dunque appartenere ad una rara fase giovanile. Che sia di Michelangelo pare che non vi sia alcun dubbio mentre, pur non potendolo riferire ad opere certe, è improbabile che si tratti di una "Addolorata". A confermare l'importanza del disegno già nel Cinquecento interviene l'esistenza di una copia a sanguigna (Parigi, Louvre), eseguita dal fiorentino Francesco Salviati. In seguito il foglio dovette perdere l'originaria attribuzione e nel Settecento lo ritroviamo nella collezione di un noto ritrattista e conoscitore britannico Jonathan Richardson il cui marchio di collezione appare nel foglio in basso a destra.
Quando nel 1747 la collezione Richardson di disegni e stampe fu venduta all'asta a Londra il disegno, ancora senza paternità , fu comprato da Henry Howard per arricchire la dimora dove stava formando una discreta collezione. E nella biblioteca di Howard Castle è rimasto fino a pochi mesi fa quando sfogliando un album di disegni, per lo più di nessun valore, si "riscopriva un inedito" capolavoro.


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