Predella n. 13, dicembre 2004

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cover01Uno degli approcci più attuali allo studio della civiltà artistica dell'Occidente medievale ha come centro prospettico il bacino mediterraneo, tramite privilegiato di diffusione culturale e luogo geografico nel quale reagisce quella complessa alchimia di elementi occidentali e non romani, soprattutto bizantini. E' proprio attorno al bacino mediterraneo, infatti, che si assiste al proliferare di fenomeni artistici di singolare vivacità culturale, al fiorire di una estrema varietà di contatti, forme, idee, tecniche costruttive; fenomeni non locali ma originari di zone di produzione artistica unite fra loro da scambi "di mercato" da Roma a Costantinopoli, dalla Palestina all'Egitto, fino ai centri della grande cultura islamica del vicino e del lontano Oriente, in un pluralismo culturale che bandisce qualsiasi superficiale tentativo di sintesi e costringe a considerare una nuova cultura, una "cultura mediterranea". E' quanto è emerso a Parma durante il VII Convegno Internazionale di Studi organizzato dal centro Studi medievali dell'Università di Parma sul tema "Medioevo Mediterraneo: l'Occidente, Bisanzio e l'Islam dal tardo antico al secolo XII"; un tema, dunque, di grande attualità, affrontato da cinquantaquattro studiosi in una serie assai densa di confronti, dai quali è emersa fin dall'inizio la comune aspirazione a sintetizzare, attraverso fatti singoli, una realtà storico-artistica per sua natura complessa quale il pluralismo della "cultura mediterranea".

 

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