Predella n. 31, agosto 2012: Storia dell’arte e film studies. Chassé-croisé

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cover31Entriamo nella sala di un museo dove è ospitata la retrospettiva di un pittore. Lungo le pareti una fila orizzontale di quadri; osservati uno dopo l’altro evocano i fotogrammi di un film immaginario che ripercorre le tappe salienti della sua carriera artistica. Discutendo i contenuti della sezione monografica di questo numero di “Predella” su “Storia dell’arte e film studies. Chassé-croisé”, Gerardo de Simone mi ricordava che anche le predelle narrative dei polittici ricordano i fotogrammi di una pellicola.  Non sono semplici suggestioni: visitare una mostra d’arte e andare al cinema sono due tra gli eventi che più hanno segnato l’esperienza estetica nel XX secolo. E i musei e le cineteche – in quanto istituzioni culturali dedite alla conservazione e all’esposizione – sono due incarnazioni degli archivi visivi del secolo scorso. Allo stesso modo, i film non sono più scindibili dalla storia del cinema, come dimostrano ad esempio i remake, con risultati paradossali come in Be Kind Rewind (2008) di Michel Gondry in cui questa storia si manifesta come ripetizione, reenactment, ossia una della pratiche artistiche oggi più diffuse.

 

Predella n.31